Home Page - Majatica

Ferrandina.com - Majatica.it

Vai ai contenuti
_________________________________________________________________________________________________________________________________________
EVENTI



NON CI SONO EVENTI


_________________________________________________________________________________________________________________________________________

Olio Extravergine di Oliva Majatica

Oliva Majatica

Olive Infornate di Ferrandina

Ottenuto dalla frangitura delle olive della varietà Majatica in misura di almeno il 70% ed in misura non superiore al 30% da oliva delle seguenti varietà: Coratina, Augellina, Justa, Leccino, Frantoio, Ogliarola, da sole o congiuntamente.
Di stretta origine locale, l'oliva Majatica di Ferrandina è una cultivar a duplice attitudine diffusa sulle colline materane e nella valle del Basento, in particolare nel territorio di Ferrandina, ma anche in quelli di Salandra, Oliveto Lucano, San Mauro Forte, Stigliano, Craco, Aliano, Accettura, Cirigliano, Gorgoglione, Acerenza, Pietragalla e Cancellara
La particolarità dell’Oliva infornata di Ferrandina, riconosciuta Presidio Slow Food, si hanno testimonianze scritte risalenti al 1700.
Si tratta di olive della cultivar Majatica, che nella sola zona di Ferrandina raggiungono una produzione pari al 20% dell’intera produzione del territorio della provincia di Matera. Di questo 20%, ben la metà viene destinato all’essiccazione e quindi al prodotto dell’oliva al forno.

_________________________________________________________________________________________________________________________________________
MAJATICA


MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
DOMANDA DI RICONOSCIMENTO DELLA
“DOP MAJATICA”
Per l’olio extravergine di oliva
IL CONTESTO E LA STORIA DELL’OLIVICOLTURA IN BASILICATA
L’olivo in Basilicata, come in tutto il mezzogiorno, è stato diffuso dai commercianti fenici fin dal 1.500 a C. e sulle colline di origine argillosa, tra il soffio caldo del deserto ed i rigori dell’inverno, questa pianta millenaria, dalla radice contorta e dal tronco solenne, fornisce all’uomo un nutrimento essenziale come l’olio di oliva e crea paesaggi di straordinaria bellezza.
In particolare nell’area della Majatica l’olivo non è solo risorsa produttiva ma anche un elemento che caratterizza l’identità paesaggistica ed ambientale del territorio, proteggendo lo stesso territorio dalle calamità atmosferiche da cui spesso, purtroppo, è colpito.
Occupando le pendici collinari, di fatto l’olivo occupa terreni in pendenza, e l’azione di protezione del suolo da parte di quest’albero millenario è importante quando quella del bosco in montagna e, forse, anche di più.
Un’azione quella dell’olivo quindi a difesa della stabilità idrogeologica del territorio e degli insediamenti umani e, spesso, occupa terreni che a causa della loro pendenza non sarebbero utilizzabili per altre coltivazioni.
Gli olivi del territorio sono diventati quindi testimoni e patrimonio di storia, cultura e tradizioni, esemplari secolari dalle forme singolari, dei veri e propri monumenti della natura.
Nell’area quindi l’olivo è presente dall’antichità e lo troviamo citato in numerose opere per cui il comune di Ferrandina, il comune più popoloso del territorio, ha patrocinato una pubblicazione dal titolo significativo: La Majatica. Una importante varietà di olivo che ha dato il nome all’olio omonimo, che viene coltivata solo in quell’areale dall’antichità, tanto che in località Sant’Antonio Abate, alle porte di Ferrandina, è stato scoperto un frantoio risalente al IV secolo A.C., come riportato nella citata pubblicazione “La Majatica”  
In verità non vi è una precisa documentazione circa le origini della coltivazione dell’olivo a Ferrandina e nei comuni limitrofi, ma stando a quanto riportato dalle platee dovremmo ritenere che
una diffusione si sia avuta soltanto nel XVIII secolo, perché poche sono le mappe riportate dalle platee con descrizione di oliveti di una certa consistenza.
Presso l’Archivio di Stato di Potenza è conservata la Statistica Murattiana (inizio XIX secolo) (Allegato n. 2) in cui, tra l’altro, parlando della provincia di Basilicata si legge “Abbondante e rinomata la produzione olearia a Ferrandina, dove l’olio della migliore qualità si vende a 52 centesimi il rotolo e si acquista da rivendugli che lo immettono negli altri paesi della provincia, dove la produzione è scarsa ed insufficiente al consumo. Generalmente, però, ad eccezione della zona di Maratea, di Ferrandina e del melfese, da cui si esporta, nei paesi in cui è diffusa la coltura dell’olivo non basta l’olio del paese e nel commercio procuransi quello che manca importandolo dai paesi della Terra di Bari…da Ferrandina, da Maratea, da Venosa e dai paesi della zona del Vulture.”
In una pubblicazione della Camera di Commercio di Matera, a cura dell’Osservatorio dell’Economia Materana n. 1/2001 (Allegato n. 3), dal titolo “L’oliva infornata di Ferrandina” viene realizzata una dettagliata disamina storica dell’olivicoltura nel territorio ed in particolare della Maiatica.
Da tale pubblicazione si evince che già nel 1847 Cesare Malpiga annotava nella sua Basilicata impressioni “ L’albero sacro a Minerva forma la principale ricchezza di Ferrandina. Boschi sterminati di ulivi emuli di quelli che fan sì ricca e bella la classica marina che si stende a piè di Rossano, e il feudo famoso di Cassano, qui vedi sorger dovunque. Di tal che questa terra, pur feconda di ogni cosa, dà ancora per un anno almeno 20.000 cantaia di olio. Son veri colli d’oro questi”.
Ed ancora Giustiniani (fine ‘700 – Dizionario Geografico Ragionato del regno di Napoli - vol. IV, Forni Ed., Bologna 1969, Stampa Anastatica dell’Edizione di Napoli 1797 – 1805) scriveva “ Nelle parti collinosi si veggono estesi vigneti, ed oliveti, il cui prodotto forma il massimo commercio e guadagno per quella popolazione, essendovi 35 trappeti”ed i trappeti sono appunto i frantoi oleari.
Antonimi G. (“La Lucania” – Vol. II – Libreria Antiquaria Editrice W. Cesari Testaferrata, Salerno – Stampa Anastasia dell’Edizione di Napoli 1797) scriveva a Ferrandina “si fa gran copia di vino, ed abbondantissima raccolta di squisiti ogli”.
La stessa pubblicazione della Camera di commercio riporta “Già nella prima metà dell’800 a Ferrandina vi erano 47 frantoi con 200 unità lavorative, con un’attività lavorativa che si protraeva per circa sei mesi, con notevoli danni sulla qualità del prodotto, costretto a subire le conseguenze del lungo tempo che intercorreva dalla raccolta alla lavorazione. Ben presto furono introdotti frantoi a vapore che consentirono di portare la campagna olearia alla durata complessiva di due mesi. Così, tra la fine dell’secolo XIX e gli inizi del XX, a Ferrandina, la vita economica era imperniata prevalentemente sulla industrializzazione del commercio dell’olio e delle olive. I grossi imprenditori ferrandinesi, iniziarono ad intrecciare rapporti d’affari non solo nelle zone locali ed in tutto il Meridione, ma anche nelle lontane Americhe. Nel 1926 si calcola che ogni anno, vengono esportati dai 2 ai 3000 quintali di olive secche, nell’America del Sud e negli Stati Uniti”.
Infatti già nel 1906 (Allegato 4) all’Esposizione Internazionale di Milano parteciparono n. 9 produttori di olio della provincia di Matera di cui 4 di Ferrandina, 2 di Montalbano Jonico, 1 di Policoro, 1 di Miglionico, 1 di Pisticci e due produttori di Ferrandina (Turrini Mario e Albano e Centola) si aggiudicarono la medaglia di argento a dimostrazione del livello qualitativo raggiunto già all’inizio del secolo scorso.
Inoltre la premiata ditta Albano & Centola effettuava “ grande esportazione negli Stati Uniti d’America e disponeva di una succursale sulla piazza di New York. L’allegato 4 bis riporta un attestato rilasciato a Nicola Grillo nel 1941 che in quegli anni esportava olio da Ferrandina a New York.
Il Rev Salvatore Centola nel suo libro “Ferrandina e le sue remote origine elleniche Lucane” (Allegato 5) già all’inizio del XX secolo scriveva “Ferrandina ha un debito di gratitudine verso gli antenati, se si trova a possedere quest’immenso alberato di ulivi, del quale va tanto orgogliosa. Infatti è tutta una selva folta e lussureggiante che la circonda, e ne riveste le sue pendici. L’albero secolare che dà occupazione e sostentamento a tanti lavoratori …..”. E lo stesso descrive i parassiti dell’olivo e l’estrazione dell’olio.
Il comune di Ferrandina, attento alle problematiche socio economiche del territorio, organizzava nel 1973 la 3° sagra dell’ulivo da cui sono prese due relazioni (allegati 6 e 7).
Nel 1937 per iniziativa del Consorzio Provinciale per l’Olivicoltura di Matera, aderente alla Federazione Nazionale dei Consorzio per l’olivicoltura sorge a Ferrandina l’elaiopolio consorziale a dimostrazione dell’importanza dell’olivicoltura di detto territorio: gli allegati 8, 9, 10 riportano momenti salienti dell’attività del 1938.

Ma l’olivo di Ferrandina è stato oggetto di numerose pubblicazioni non specialistiche e rivolte al grande pubblico come la rivista “Incontri” (allegato 11) curata dal Gruppo Bancario Banca Popolare dell’Emilia Romagna a cui aderisce la Banca Popolare del Materana la più importante del territorio, che tra l’altro afferma “Il vero protagonista dell’economia di Ferrandina è l’ulivo ……… E’ artefice, non da oggi, non solo dello sviluppo economico ma dell’immagine stessa della cittadina. Esso, infatti, ha un nome ben identificato e conosciuto oltre i confini regionali e nazionali. Il suo nome è “majatica” ………. “.
Tutti gli studiosi che si sono interessati alla storia di Ferrandina e del territorio limitrofo si sono necessariamente interessati anche di olivo e olio come Carlo Palestina che in – Ferrandina – territorio – viabilità – platee – masseria – dedica un intero capitolo all’olivo (allegato 12) con numerose fotografie, anche storiche, relativa all’intera filiera olivo – olio, oltre una profonda e documentata descrizione dello sviluppo dell’olivo nel ferrandinese e con riferimento di tecniche di coltivazione, di raccolta delle olive, di estrazione dell’olio.
Tale opera, tra l’altro riporta, “Le tavole bronzee eraclesi, ritrovate nel 1732 nel greto del torrente Calandrella – Cavone, dicono che già dal IV secolo a. C. si imponeva per ciascun appezzamento la messa a dimora di almeno quattro piante di olivo e alcune piante di vite.”
Nello stesso capitolo si legge tra l’altro “Nel Materano un ruolo di notevole prestigio ha sempre tenuto Ferrandina, ormai nota a tutti come il paese dell’olivo, diventando il centro più importante di di produzione e di commercializzazione del prodotto oleario”. Ed ancora lo stesso capitolo riporta “In ogni regione esistono Cultivar diverse; in Basilicata le più note sono: la ogliarola, la cannellina, la marinese di Lavello e soprattutto la majatica. Quest’ultima è la regina incontrastata della produzione di Ferrandina.”
Ed ancora Carlo Palestina in una successiva opera “Ferrandina – Uggiano Vecchia” riporta una vecchia cartina della Basilicata da cui si evince che solo Ferrandina e Melfi hanno come simbolo il ramoscello di olivo al indicazione delle aree olivicole regionali più importanti.
Anche in quest’opera è riservato un capitolo all’olivo (Allegato 13) il cui primo periodo di seguito si riporta “E’ di obbligo riservare, a conclusione del lavoro, una particolare attenzione alla pianta che ha reso famosa in tutto il mondo la città di Ferrandina.

Il capitolo dedicato all’olivo riporta l’evoluzione dell’olivicoltura e della produzione di olio a Ferrandina e tra l’altro riporta “Già all’inizio dell’800 l’olio di Ferrandina aveva superato i confini della regione, in quanto che l’olio – come si riporta nella delibera comunale del 14 febbraio 1815 presidente Giuseppe de Porcillinis – che si estrae dalle olive nei trappeti di questa comune, è arrivato a quella perfezione che si desiderava, di modo tale che viene adoperato nelle mense più delicate, ed anzi La Terra d’Otranto e Bari, abbondantissima di oli, manda le sue vetture a provvedersene non di rado, per la sua eccellente qualità.”
Ed ancora dopo aver ricordato alcuni momenti della storia legata all’olivo il capitolo riporta “ Si può dire che sono nostalgie di altri tempi, rimaste fissate nelle foto d’epoca, ma la tecnica e il progresso della prosa dell’oggi farebbero bene a conservare quel profumo di poesia necessario ad elevare l’animo dell’uomo, preso nel vortice tiranno delle ferree leggi del commercio. Agli esperti nel campo il compito di trovare soluzioni adatte a conciliare le due realtà.”
E’ quello che cerca di fare l’Associazione dei Produttori e Trasformatori per la Tutela e la Valorizzazione dell’Olio Extravergine di Oliva Majatica – speriamo di farcela.
Una serie di documenti e di opere che direttamente o indirettamente fanno riferimento a Ferrandina, perché è la città più popolosa e importante del territorio, ma le notizie relative all’olivo ed all’olio riportate in detti documenti riguardano l’intero territorio in cui si coltiva la varietà majatica.
Completata una sintetica disamina per così dire “storico – culturale” dell’olivo ed in particolare della varietà majatica nel Ferrandinese, territorio esclusivo di coltivazione di detta varietà, passiamo all’esame delle caratteristiche agronomiche e tecnologiche della maiatica.
Una prima ricerca (Allegato 14) condotta dall’Istituto Sperimentale per la Elaiotecnica di Pescara in collaborazione con l’Istituto di Industrie Agrarie della Facoltà di Agraria dell’Università di Bari e della Centrale Oleifici dell’Ente Riforma di Puglia, Lucania e Molise, allo scopo di valutare le caratteristiche varietali come oliva da mensa emettere a punto un sistema meno costoso di selezione delle olive da destinare alla concia da quelle da destinare alla produzione di olio.
Infatti, come riportato al primo capoverso della pubblicazione della ricerca, “La Majatica, nota varietà a duplice attitudine, è diffusa nella zona collinare della provincia di Matera ed in particolare
nei comuni di Ferrandina, S. Mauro Forte, Aliano, e zone limitrofe”. Ed ancora “La majatica assicura produzioni di olio di notevole pregio, ma trae notorietà anche dalla preparazione delle olive nere essiccate cui viene destinata una parte della produzione (non oltre 1.000 q.li di prodotto essiccato per anno), opportunamente selezionate da mano dalle partite che vanno alla oleificazione”.
La pubblicazione ancora suggerisce “Dalla valutazione della totalità dei fattori che caratterizzano la coltura della Majatica è derivato il criterio secondo il quale la valorizzazione a livello industriale, della varietà deve essere intravista nell’ambito di una impresa che attenda contemporaneamente alla produzione di olio e di olive da tavola e che sia pertanto in grado di selezionare quelle che debbono trovare quest’ultima utilizzazione dall’intera massa di prodotto che affluisce all’oleificio”.
Una ricerca che ha di fatto avuto applicazioni pratiche ed oggi molti oleifici che trasformano la majatica si sono dotati di calibratici e di selezionatori con fotocelle, per cui asportano dalla massa le olive più grosse e di colore uniforme per destinarle alla produzione di olive da mensa essiccate al forno di Ferrandina.
La ricerca inoltre, come si evince dai periodi sopra riportati, sancisce la duplice attitudine della varietà majatica e la sua diffusione esclusiva nell’agro di Ferrandina e comuni limitrofi.
In epoca più recente, dopo l’istituzione dell’Università di Basilicata e la costituzione della società Metapontum Agrobios ed un maggiore e più diretto impegno della Regine Basilicata, l’olivicoltura e l’olio di oliva in Basilicata sono interessate da approfondite ricerche che offrono un supporto scientifico ai produttori ed ai consumatori.
La maggiore attenzione alle problematiche dell’olio di oliva porta la CCIAA di Potenza a pubblicare nel mese di aprile 1993 un numero speciale olio della Rassegna dell’Economia Lucana (Allegato n. 15) in cui il Prof. Antonio Rotundo dell’Università degli Studi di Basilicata, coordinatore della rassegna, in una dettagliata relazione sull’olivicoltura lucana evidenzia nell’areale della Majatica uno dei tre areali vocati, tipici dell’olivicoltura lucana, comprendendo i comuni per la cui produzione si chiede la DOP MAJATICA.
In particolare il Prof Rotundo scrive “Al di là della semplice divisione per provincia, il panorama olivicolo regionale presenta tre ampi comprensori o areali ove la coltivazione dell’olivo viene condotta, prevalentemente, in forma specializzata. Tali areali sono: 1) Areale del “Vulture”; 2)
Areale della “Bassa Val D’Agri”; 3) Areale della “Majatica”, si caratterizzano oltre che per una tradizionale e consolidata presenza coltura dell’olivo, anche per una diffusa presenza di oleifici quasi tutti a conduzione famigliare”.
Ed ancora il Prof Rodundo riporta “ Il secondo areale di particolare interesse per l’olivo è quello della – majatica o Bassa Collina Materana” – ed ancora “In tale zona l’olivicoltura rappresenta, tranne poche eccezioni, la coltura più diffusa coprendo, spesso, oltre l’80% della superficie destinata a specie arboree. …… Il quadro varietale di tale comprensorio è dominato dalla “majatica”, che risulta essere anche la cultivar più rappresentativa a livello regionale”.
Come si può notare due areali portano una indicazione geografica ed uno l’indicazione di majatica importante varietà coltivata esclusivamente in tale areale che per presenza storica, importanza economica e diffusione ha dato il nome all’areale.
Dal 15 al 17 dicembre 1993, l’Università degli Studi della Basilicata e la Regione Basilicata – Dipartimento Agricoltura e Foreste, organizzano il convegno dal titolo “Tecniche, norme e qualità in olivicoltura” i cui atti sono stati pubblicati in un volume di oltre 900 pagine e da cui abbiamo fotocopiato le relazioni riportate nell’allegato n. 16.
La relazione del Dott. Lupoli della Metapontum Agrobios riporta i risultati di una ricerca con l’uso, “ di tecniche analitiche e di metodologie avanzate d’indagine statistica (chemiometria), che hanno consentito di definire il parametro “chiave” per evidenziare le diversità esistenti tra i vari oli di Basilicata”.
La ricerca ripetuta per quattro campagne oleicole, dal 1988/89 al 1992/93, ha consentito di identificare in Basilicata tre areali di produzione “tipici degni, per qualità potenziale dei propri prodotti, di ottenere riconoscimenti di origine (DOP)”: uno di questi areali comprende i comuni individuati per la richiesta della DOP MAJATICA.
Tale ricerca consentirebbe all’olio extravergine MAJATICA di avvalersi di “certificazioni di origine garantite “dalla mappa chemiometrica”, di ogni singolo olio, una sorta di vera e propria impronta digitale del prodotto”.
Il Prof. Rotundo nella sua relazione evidenzia per l’olivicoltura lucana che in particolare due varietà autoctone sono importanti, di cui una è la Majatica ampiamente ed esclusivamente coltivata nell’areale specifico per cui si chiede la DOP.
Quindi viene descritta la cultivar Majatica in tutte le sue specificità : pianta, foglia, Biologia fiorale, germinazione del polline, drupe, noccioli, maturazione, caratteristiche qualitative dell’olio.
In particolare per le caratteristiche dell’olio il Prof. Rotundo afferma “Le analisi sugli oli rilevano che trattasi di prodotti di elevato pregio. Ciò si desume non solo dal basso contenuto di acidità e dal numero di perossidi, ma anche dal contenuto in polifenoli e dalla composizione aromatica, che oltretutto mantengono per lo più costanti i rispettivi valori nel biennio di osservazione”.
Sempre nella relazione del Prof. Rotundo si legge “ Il quadro varietale per quanto ampio e differenziato, anche per l’introduzione di cultivar da altre regioni italiane, risulta caratterizzato dalla presenza di due varietà autoctone: 2Ogliarola del Vulture” e “Majatica”. La prima, ampiamente coltivata nel Vulture, viene utilizzata soprattutto per l’oleificazione, la seconda, invece, diffusa nella Bassa Val D’Agri e nella Val Basento, è destinata, oltre all’estrazione dell’olio anche al consumo diretto per la preparazione di olive nere infornate”.
Il Dott. Martelli ed altri, Dirigente Sperimentazione e Divulgazione – Regione Basilicata, nella sua relazione evidenzia ancora l’area della Majatica come una delle tre aree vocate della Basilicata in cui la cultivar Majatica è la più rappresentata.
In particolare da tale relazione si riporta “Le tre zone vocate sono: ………..
- Area “B”, centrale identificabile con l’areale della majatica (sinonimi: Oliva di Ferrandina, Pasola). Varietà indigena a duplice attitudine, rinomata per il consumo diretto (olive al forno). L’olio prodotto ha un gusto particolarmente delicato, debolmente fruttato che, nella trasformazione, raggiunge facilmente anche il 30% di resa”.
Una pubblicazione dell’Università di Basilicata – Dipartimento di produzione vegetale, curato dal Prof. Antonio Rotundo ed Elettra Marone (Allegato 17) dal titolo “ Il Germoplasma Olivicolo Lucano”, descrive, tra l’altro, la varietà majatica, l’areale di coltivazione e la qualità dell’olio.

Una ricerca sullo “Stato nutrizionale dell’olivo e fertilità dei terreni” a cura di G. Lacertosa e altri, pubblicata sull’Informatore Agrario n. 15/98 (Allegato 18), riporta un’indagine sui principali comprensori olivicoli della regione e riporta quello della Majatica come uno dei principali comprensori.
In particolare mentre le diversi aree di coltivazione vengono indicati con nomi geografici ( Metapontino, Collina, lavellese ecc.) quella della majatica viene indicata con il nome della varietà.
Dagli atti dell’Accademia Nazionale dell’Olivo di Spoleto, Matera 18 febbraio 2000, abbiamo fotocopiato le relazioni riportate nell’allegato 19.
Nella relazione di M. Lovelli e altri viene riportata la presenza di resti della coltivazione dell’olivo a Metaponto, nella Magna Grecia, risalienti al VI sec. A. C. e viene, tra l’altro, individuata l’area della Majatica. Infatti dalla stessa relazione si riporta “I tre areali vocati alla produzione di oli tipici, sono caratterizzati rispettivamente dalle cultivars Ogliarola del Vulture, Ogliarola del Bradano e Majatica.”
Nella relazione di N. Montemurro e altri viene valutata la qualità degli oli Lucani fra cui l’olio Majatica. Dalla suddetta relazione riportiamo “La majatica si distingue, in tutto il periodo di rilevazione, per i valori medi più alti di resa in olio (21,1%)”. Ed ancora “Complessivamente nei quattro anni di rilevazione, gli oli prodotti da cultivar Coratina e Majatica si sono distinti per un basso numero di perossidi al contrario di quanto rilevato nell’Ogliarola del Bradano e del Vulture, mentre i valori più ridotti dell’acidità sono stati rilevati nell’Ogliarola del Bradano”.
Sempre dalla stessa relazione si riporta “La cultivr majatica pur avendo un ridotto contenuto in polifenoli (olio apprezzato per le più basse caratteristiche di amaro e piccante), presenta, nei due anni di rilevazione, un alto contenuto di alfa-tocoferoli e quindi una elevata capacità antiossidante”.
Questa è una caratteristica unica e specifica dell’olio di majatica che, diversamente da altri oli, unisce il sapore dolce, più apprezzato dal consumatore, all’elevata capacità antiossidante.
Nella relazione del Prof. E. Monteleone vengono evidenziati i profili sensoriali degli oli Lucani fra cui l’olio Majatica. In particolare dalla relazione si riporta “ La regione è stata divisa in quattro aree olivicole, quella della Bradanica, della fascia della Majatica, del Meandro e del Vulture”. Indicando anche qui le tre zone vocate rilevate in precedenza ed aggiungendo una quarta zona del Meandro al
confine con la Campania: ancora per tutte l’indicazione è geografica ad eccezione della Majatica che è varietale.
Lo stesso Prof. Monteleone afferma “Concludendo rapidamente dicendo che è evidente che gli oli regionali si differenziano in funzione dell’origine, questo è scontato. Che le differenze sensoriali devono essere spese in funzione della preferenza espressa dai consumatori. Occorre, infine, costruire una identità certa degli oli lucani garantendo l’origine dei prodotti attraverso la visibilità documentata della filiera”. La certificazione DOP di fatto risponde a questi requisiti.
Il n. 9 di Olivarum (Allegato 20) riporta la relazione del Dott. Salvatore Martelli – Responsabile del progetto olio qualità della Regione Basilicata – che individua fra le zone a maggiore vocazione olivicoli quelle del Ferrandinese, che sono quelle di diffusione della Majatica per cui si chiede la DOP.
Alcuni frantoiani del territorio da anni sono impegnati nella valorizzazione dell’olio di Majatica aggredendo mercati più evoluti e sofisticati e partecipando a manifestazioni nazionali di valorizzazione dell’olio di oliva come la “Rassegna nazionale degli oli monovarietali” – Macerata 2 - 3 giugno 2007 e 31 maggio 2 giugno 2008 (Allegato 21), in cui sono riportati le valutazioni di alcuni produttori dell’olio Majatica.
La commercializzazione in origine avveniva con prodotto non confezionato trasportato in otri di pelle di montone a cui sono seguiti i bidoni in acciaio e, finalmente, il prodotto confezionato in lattina e bottiglia etichettato che è alla base del commercio moderno.
Con la comparsa delle etichette i comuni di produzione dell’olio acquisiscono notorietà anche in aree più lontane dell’Italia ed in alcune località estere raggiunte dall’olio di oliva Majatica.
Gli allegati 22 – 28 riportano alcune etichette utilizzate a partire dagli anni sessanta fino ad oggi ed in esse compare il riferimento alla majatica che ha rafforzato la conoscenza sul mercato.
Tutta questa documentazione evidenzia la presenza da epoca remota dell’olivo e della produzione dell’olio nell’area della Majatica, nonché l’evolversi di questa produzione che, progressivamente, ha acquisito una sempre maggiore importanza nel contesto economico del territorio, affermandosi sul mercato locale, nazionale ed internazionale.

Le ragioni di questa permanenza sul territorio e dell’affermazione sul mercato sono da attribuirsi alle specifiche qualità dell’olio di oliva Majatica che sono la conseguenza del microclima, del terreno e, soprattutto, della varietà Majatica, delle tecniche di coltivazione e di estrazione dell’olio che i produttori hanno perfezionato nel corso dei secoli, il tutto come meglio evidenziato nella relazione tecnica.

_________________________________________________________________________________________________________________________________________
FOTO
_______________
_________________________________________________________________________________________________________________________________________
_______________

QUESTO SPAZIO E' RISERVATO ALLE AZIENDE CHE INTENDONO SPONSORIZZARE QUESTO SITO WEB
PER INFO INVIA UNA MAIL NELLA PAGINA CONTATTI
_______________
_________________________________________________________________________________________________________________________________________
CONTATTI





_________________________________________________________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________________________________________________________
Copyright © 2018 FERRANDINA.COM - MAJATICA.IT Design: Jose Milanese - Foto: Rocco Scattino
Torna ai contenuti